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gennaio 9, 2011

Schiffrin: modello o bersaglio?

[Con questo articolo prosegue la discussione su Il denaro e le parole di André Schiffrin, cominciata con un articolo di Cesare de Michelis su Il Sole 24ore al quale aveva risposto Ginevra Bompiani su questo stesso blog. In calce all’articolo di Filippo La Porta pubblichiamo la lettera di Daniela Di Sora (Voland) a Il Sole 24ore riguardo l’articolo di de Michelis]

di Filippo La Porta [da Left 7 gennaio 2011]

Qualcuno ritiene che il capitalismo, nonostante contraddizioni, sprechi, etc., resti pur sempre il modo migliore per produrre una merce? Gli consiglio di leggersi Il denaro e le parole di André Schiffrin (Voland, trad. di Valentina Parlato), un libro affilato, essenziale, sul mondo dell’editoria oggi, a dieci anni dal “classico” Editoria senza editori…. La diagnosi di Shiffrin è inesorabile: Ovunque è crisi, anche perché solo un’editoria fatta di case editrici indipendenti, più piccole e diversificate, “avrebbe senz’altro resistito meglio” dei grandi gruppi (che come Random House realizzano ormai solo titoli con previsioni di vendita superiori a 60.000 copie!). Paradossalmente la concentrazione delle librerie, incoraggiata dagli editori, accentua la crisi: le catene americane (Barnes & Noble), che rifiutano libri le cui vendite non siano sicure, rischiano di soccombere (da noi alcune catene espongono un titolo in vetrina per 10.000 euro!). Per riprendere l’interrogativo iniziale ecco un caso in cui sicuramente (direbbe Totti) si dimostra che il capitalismo (il profitto) non è il modo più efficiente di fare qualcosa.

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luglio 25, 2010

sconto sui libri, utile compromesso

di Stefano Salis da [Il Sole 24 Ore – 17 Luglio 2010]

Ci ha messo quattro anni di intenso lavoro, migliaia di incontri con tutti i rappresentanti del settore editoriale, ma alle fine, a quanto sembra, la caparbietà e la determinazione di Ricardo Franco Levi sono state premiate. È lui (ex giornalista, oggi deputato Pd), infatti, l’artefice del disegno di legge sullo sconto dei libri che finalmente sembra vedere la luce.

Levi, nei giornali c’è già stata anche polemica. Ma a che punto è la legge?
La Camera ha approvato il ddl in via definitiva e nel testo definitivo, in commissione cultura, in sede legislativa. È stata un’approvazione all’unanimità. Ora si andrà al Senato. Il testo prevede che le nuove norme entrino in vigore dal 1° novembre, dunque ho ragione di credere che il Senato rispetterà la scadenza, approvando il testo tra settembre e ottobre.

Che novità introduce questa legge sullo sconto dei libri?
La legge cerca di intanto di fare ordine. Ci muovevamo su due scenari opposti e entrambi impraticabili per noi. L’Inghilterra ha una totale deregulation, lo sconto sui libri è libero, la Germania non prevede sconti. La Francia ha una via di mezzo: sconto massimo al 5%, la legge Lang, che ha avuto ottimi benefici sul mercato editoriale. Il nostro modello prevede uno sconto massimo del 15%: è un punto di equilibrio tra le diverse posizioni di tutti gli attori, librai ed editori, di dimensioni e possibilità finanziarie spesso molto diverse e non facilmente conciliabili.

Ci sarà la possibilità di campagne promozionali?
Sì, ma saranno contingentate. Intanto non si potranno fare a dicembre, il mese in cui si vende di più, tutelando così i librai. Poi si potranno fare con durata massima di un mese, gli editori dovranno informare i librai che potranno anche non aderire. Per internet e per le vendite postali lo sconto massimo praticabile sarà invece del 20 per cento.

Chi ha appoggiato questa legge e cosa pensa lei di chi l’ha contestata?
Praticamente tutti. C’è il consenso dell’associazione degli editori, e al suo interno dei piccoli editori, dell’associazione dei librai, del sindacato dei librai. È un’adesione ufficiale e compatta. I contestatori ci sono, certo. Ma la legge è un compromesso. Tra l’avere il massimo e non avere nulla ce ne passa e, mi creda, questo testo si basa su un’approvazione amplissima, praticamente unanime, tra gli operatori e in Parlamento.

Che effetti dovrebbe avere questa legge sullo sconto?
Anche i grandi editori ormai convengono che una concorrenza basata solo sulla politica del prezzo più basso finisce per danneggiarli, favorendo solo la grande distribuzione che ha altre risorse finanziarie. È successo già in Inghilterra. Lo sconto verrà rispettato, secondo me. Non ci saranno perciò più le novità da subito con sconti fortissimi. E speriamo che dopo un primo periodo, questa legge possa essere un mattoncino per costruire una legge più ampia che regoli l’intero comparto del libro. Abbiamo già iniziato a lavorarci.